Pochi giorni fa, mi sono imbattuta in questo articolo, "Una speranza contro l'autismo-
l'autismo si batte sul nascere" pubblicato nella sezione
"Salute" del famoso giornale "Il Corriere della Sera" (qui
il link http://www.corriere.it/salute/pediatria/14_settembre_10/terapia-6-mesi-vita-speranza-contro-l-autismo-7b250704-38c2-11e4-ba01-a3638c813bce.shtml).
Il contenuto di questo articolo mi ha lasciata, a dire poco stupefatta.
Innanzitutto, (ma questa non è una novità nel giornalismo) mi hanno sbigottita
i toni sensazionalistici, che promettono una cura miracolosa per l'autismo a
patto che sia identificato nei primissimi mesi di vita, sulla base di un solo
studio, per altro mal riportato. Questo non solo produce cattiva informazione,
ma probabilmente contribuisce a instillare senso di colpa nelle famiglie di bambini o ragazzi con autismo, che potrebbero pensare di aver "perso"una
occasione.
Ma la cosa che più mi ha lasciato indignata sono i toni
assolutamente stigmatizzanti usati dall'articolo, in cui l'autismo viene
definito addirittura "il male della società moderna",o "un tunnel"
da cui uscire.
Personalmente, trovo vergognoso che nel 2014 gli articoli della
sezione scienza di una delle più famose testate italiane contribuiscano a divulgare ancora
questa cattiva informazione, soggettiva e piena di lacune, che si basa solo su
titoli e toni sensazionalistici senza alcuna sostanza, e che tende ad
alimentare l'ignoranza di un paese in cui lo stigma sulla salute mentale e
tutto ciò che la concerne, come sappiamo, è già piuttosto pesante.
L'articolo è
già stato condiviso da quasi un migliaio di persone,con commenti per lo più
positivi, ad indizio che la gente crede e probabilmente assorbe ciò legge. Io
trovo che questo sia molto pericoloso per la nostra società, soprattutto poi
quando questo tipo di articoli viene scritto da giornalisti di grande fama nell'ambito
medico scientifico come in questo caso Mario Pappagallo (personaggio piuttosto noto: http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Pappagallo), il quale, chiaramente,
in questo caso non aveva idea di cosa stesse parlando.
Io ho già scritto al Corriere della Sera per protestare, ma invito tutti coloro che sono d'accordo con me a fare lo stesso.
E voi, avete altri esempi di "malainformazione" e/o stigmatizzazione nella stampa? Che cosa potremmo fare per iniziare a fare sentire la nostra voce?
Immagine tratta da: http://wwwloscribaliberaldestro.blogspot.co.uk/2013/01/cui-prodest-la-mala-informazione-made.html
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